Apriamo
il gruppo a dicembre e quindi parliamo di Babbo Natale ma vedrete,
ogni mese affronteremo un argomento diverso e tutti molto
interessanti, anche perché scelti da voi.
Intanto
rifleggiamo su Babbo Natale: chi è? Cosa vuole? Che fa? Chi lo
manda?
Sembra
che tutti i Babbo Natale del mondo siano figli di San Nicola, vescovo
di Myra (attuale Demre, in Turchia) e in Italia conosciuto come San
Nicola di Bari. Adesso uno si chiede, di Bari? Ebbene si, alcuni
pescatori traslarono le reliquie di San Nicola a Bari dove, nel 1087,
fu eretta una basilica in memoria.
Perché
San Nicola? In effetti sembra che San Nicola ritrovò cinque bambini
che erano stati rapiti e uccisi da un oste malavitoso e li riportò
in vita. Alcuni conoscono Babbo Natale come Santa Claus, da san
Nicola (sinterklaas) in olandese. La figura di Babbo Natale, in
effetti, ben si presta al ruolo di protettore dei bambini, di solito
piace a tutti i bambini.
A
tutti? No, alcuni ne hanno paura e quando si presenta a casa ciccione
col suo vestito rosso e la barbona bianca: piangono disperati.
Ma,
hanno paura? Io penso che in realtà alcuni piangono perché faticano
a gestire le emozioni forti e quindi non è detto che non lo amino ma
solo che sono emozionati.
Babbo Natale, Thomas Nast, 1881 |
San
Nicola, comunque, è stato idealizzato anche come patrono di
pescatori, prostitute detenuti così come di farmacisti, avvocati e
prestatori di pegno.
Indagherò
ancora per scovare il filo conduttore tra queste figure, alcune
losche e alcune mitizzate, e l'ala protettiva di Babbo Natale.
Un
ultima cosa prima di passare ad altro. La tradizione germanica ci
parla di un dio Odino con lunga barba bianca (e un occhio solo) che
ogni anno si intrattiene con amici dei, guerrieri e … caduti … in
una battuta di caccia proprio il giorno del solstizio d'inverno, che
non è una data lontanissima dal nostro tradizionale Natale e neanche
lontana dal periodo dei morti e dei santi e di Halloween. Tutto
avviene con l'avvento delle giornate corte, del buio e del freddo …
sarà per questo che Babbo Natale nasce tra i ghiacciai?
Ma
San Nicola può per questi motivi essere considerato il capo stipite?
Un dio, un santo, un mito, un uomo … non vi ricorda in qualche modo
la storia dell'umana umanità? Rifleggevo.
Vediamo,
nella tradizione germanica del dio Odino, sembra che i bambini
lasciassero i propri stivali vicino al caminetto pieni di carote,
paglia e zuccherini per il cavallo del dio. In cambio Odino lasciava
negli stivali regali e dolciumi (slurp, dovevano essere dolciumi
assai saporiti dopo aver passato la notte in uno stivale usato!).
Ancora
oggi, nel centro Nord Europa, ci sono bambini che lasciano le scarpe
piene di paglia vicino al caminetto o alla finestra, in attesa dei
regali di San Nicola.
Odino The Wanderer, George Von Rose, 1886 |
Sembra
che gli olandesi abbiano portato questa tradizione negli attuali
Stati Uniti d'America con la loro colonizzazione di New Amsterdam
(New York) prima che arrivassero i Britannici che, in seguito,
ri-riportarono in Europa la tradizione di appendere le calze (ma
sempre usate e puzzolenti? Dipende, più si è nobili più le calze
sono nuove) al caminetto, o alla finestra, in attesa di San Nicola,
(ma non era la Befana?)
Molto
carina risulta la tradizione islandese. Sembra che loro abbiano
addirittura 13 Babbo Natale che in realtà sono 13 folletti chiamati
Jólasveinar. Il nome di ciascun folletto deriva dal tipo di cibo che
preferisce o attività che svolge. Non
sono in grado di ripetere i nomi dei 13 folletti ma ho capito che,
due settimane prima di natale, i folletti si bagnano nelle acque
calde di una sorgente lasciando le grotti dove vivono e vanno a
mettere, ogni giorno, un dono nella scarpa che il bambino lascia
fuori alla finestra o sotto il caminetto oppure fanno degli
scherzetti (e qui altro richiamo ad altra tradizione: dolcetto o
scherzetto?). In Islanda il bambino cattivo riceve patate e non
carbone, ma chissà se è considerata una punizione.
Abbiamo
poi un Babbo Natale britannico (che io credevo essere Finlandese) che
raggruppa tutte queste figure e si materializza in un portatore di
doni. Sembra, da alcune illustrazioni, che risalga al XVII secolo.
Qualunque sia la sua origine, mi sembra che ciò che maggiormente
lega una tradizione all'altra sia la lunga barba bianca, siano i
regali per i bambini e sia la sua provenienza dai ghiacci. Che
provenga dal Nord canadese, dalla Groenlandia, dalla Norvegia o dalla
Finanlandia, Babbo Natale nasce tra i ghiacci e poi discende a noi a
cavallo o su una slitta trainata da renne. Forse per questo viene in
inverno? Sarà lui il padre della stagione inverno?
Arriviamo
poi a Charles Dickens e al suo Canto di Natale che oggi rappresenta
lo stato d'animo e la tradizione che Babbo Natale porta in sé. Lo
rappresenta? Proviamo a leggere Canto
di Natale di Charles Dickens e
a chiederci se veramente oggi questo libro rappresenta l'emozione in
cui ci trascina la tradizione dell'atmosfera natalizia. Se non è più
così, abbiamo nuovi libri che parlano di Natale e che maggiormente
lo rappresentano?
Se
qualcuno ne conosce e ce li vuole presentare saremo ben felici di
condividere e di rifleggere insieme.
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