RifLeggendo

L'autore racconta cosa c'è nel suo cuore e nella sua memoria, l'editore vende il racconto nel modo che gli sembra più adatto a quella storia o a quel pubblico, il lettore percepisce la storia secondo ciò che ha nel cuore e nella memoria. A volte lettore - editore - autore si incontrano per parlare del libro che non appartiene più a nessuno ma ha una vita sua. Mille riflessioni possono nascere dalla stessa lettura, uguali e contrastanti per questo le chiamo RifLetture che sono altro dalle recensioni. Chi recensisce giudica, io non sono all'altezza di giudicare ma sicuramente posso riflettere nelle letture: RifLeggendo condivido qui.

mercoledì 13 gennaio 2016

Dall'altra parte della frontiera di Bernardo Atxaga

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Passeggiando per librerie in questa nuova e affascinante città in cui vivo mi sono imbattuta in un libro per errore, l'ho fatto cadere a terra e raccogliendolo mi sono incuriosita. Un autore a me sconosciuto eppure subito ho deciso di leggerlo. Bernardo Atxaga, giro e rigiro il libro e mi chiedo chi è?
Un autore, poeta, saggista e autore teatrale basco. Figuriamoci, mi sono incuriosita subito, adoro la Spagna ma non conosco autori baschi, un popolo dal temperamento molto forte e dalle tradizioni potenti.
Lo compro.


Cominciando a leggere scopro che si tratta del principale esponente della nuova generazione di poeti baschi e viene definito il linguaggio poetico più originale del momento.  Dunque, ho pensato, meno male averlo fatto cadere.
Scopro più avanti che Luis Sepulveda (del quale ho raccontato a proposito della lumaca Ribelle) un altro dei miei autori preferiti ha usato i versi di una sua poesia all'interno di Storia di una Gabbianella e del Gatto che le insegnò a volare:

Ascolta gatto.
Ti leggerò una cosa di un poeta che si chiama Bernardo Atxaga. 
Dei versi di una poesia intitolata I gabbiani:
Ma il loro piccolo cuore
- lo stesso degli equilibristi -
per nulla sospira tanto
come per quella pioggia sciocca
che quasi sempre porta il vento,
che quasi sempre porta il sole.
E dal momento che l'editore (Guanda) e il suo curatore Giuliano Soria, ci regalano i versi di B. Atxaga in italiano e anche in castigliano, ed essendo io amante dell'incontro delle lingue e delle culture, vi riporto la frase poetica de i Gabbiani anche in spagnolo.
Pero su pequeño corazón- que es el de los equilibristas - por nada suspira tantocomo por esa lluvia tontaque casi siempre trae viento,que casi siempre trae sol.
Chiaramente, vivendo ora a Trieste ogni giorno guardo il mare e i gabbiani e poi, di tanto in tanto, arriva la signora Bora che spazza via tutto il male e porta lo sguardo fino alle alpi e al prossimo orizzonte, poi torna il sole più forte che mai, più giallo che mai, più ... sembra proprio la descrizione della mia città, eppure non lo è.


L'autore è basco-spagnolo e non spagnolo e dunque scrive i suoi testi in euskera (la lingua dei baschi-spagnoli) e da solo traduce i testi in castigliano e sono arrivati a me tradotti in italiano da ... non lo so, non ho trovato il nome del traduttore sul libro e questa per me è una nota dolente. Io, traduttore, ho diritto e desiderio di essere nominato sul libro tradotto. Peccato.

Estremamente commovente, a mio avviso adatta anche ai bambini, la poesia Il Riccio della quale l'editore ci regala anche la versione in euskera che più avanti vi riporto. Una storia di poche parole, forse ventisette che racchiude in sé il senso intero della vita.
Una poesia semplice e molto, molto dolce che racconta in profondità il vero senso della vita, consiglio davvero a tutti di leggerla almeno una volta, magari rileggerla ogni tanto, per non dimenticare.
Cito un breve passaggio:
(Spagnolo)
El erizo despierta al fin en su nido de hojas secas,
y acuden a su memoria todas las palabras de su lengua,
que, contando los verbos, son poco más o menos veintisiete.
Luego piensa: el invierno ha terminado,soy un erizo, Dos águilas vuelan sobre mí:Rana, Caracol. Araña, Gusano, Insecto,¿En qué parte de la montaña os escondéis?

(Italiano)Il riccio finalmente si risveglia nel suo nido di foglie secche, e gli riaffiorano alla memoria tutte le parole della sua lingua,che, contando i verbi, sono più o meno ventisette.
E poi pensa: L'inverno è finito,
Sono un riccio, Due aquile volano sopra di me;
Rana, Lumaca, Ragno, Verme, Insetto.
In che punto della montagna vi nascondete?

(Euskera - titolo: Trikuarena) Esnatu da trikua habi hosto lehorrez egindakoan,eta dakizkien hitz guztiak ekartzen ditu gogora;gutxi gora behera, aditzak barne, hogeitazazpi hitz.
Eta gero pentsatzen du: Amaitu da negua,Ni trikua naiz, Bi sapelaits gora dabiltza hegaletan;Marraskilo, Zizare, Zomorro, Armiarma, Igel,Zein putzu edo zulotan izkutatzen zarete?
Il finale di questa poesia è un tuffo nel senso della vita, è quel momento di lettura in cui ogni visuale cambia angolazione.
Alla prossima.

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